TALETE: LA TESI DI LIRIDONA SULLA PARITÀ DI GENERE IN KOSOVO
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Liridona Gimolli, studentessa dell’Università di Trento, si è laureata martedì 5 marzo nel corso di laurea magistrale in Metodologia, Organizzazione e Valutazione dei Servizi Sociali (MOVASS) con un’interessante tesi su “Il ruolo del Diritto del Lavoro nella promozione della parità di trattamento tra uomini e donne: uno studio sull’esperienza kosovara” seguita dal professor Matteo Borzaga e realizzata in Kosovo grazie alla collaborazione con ATB.
Tale collaborazione si inserisce nella più ampia cornice dell’Honours Programme TALETE, un programma promosso dall’Università di Trento e dal Centro per la Cooperazione Internazionale che offre una formazione qualificante nel campo della cooperazione internazionale e dell’interdipendenza globale.
Durante i tre mesi di ricerca tesi in Kosovo (di cui ci aveva raccontato in questa intervista), Liridona ha portato avanti un lavoro di analisi e di ricerca tra le città di Peja, Prishtina, Prizren e Podujeva – sua città natale – per studiare il grado di emancipazione delle donne kosovare in un Paese ancora caratterizzato da una forte cultura patriarcale.
Grazie anche alla collaborazione con ATB e ai contatti che l’associazione mantiene ormai da anni con istituzioni e organizzazioni locali, Liridona ha avuto l’occasione di confrontarsi con i principali agenti – istituzionali e non – e le organizzazioni della società civile impegnate nella promozione della parità di genere in Kosovo.
La tesi elaborata da Liridona offre sicuramente un interessante spunto di riflessione sulle condizioni di sviluppo di un Paese giovane, come il Kosovo, dove la parità di genere rimane un diritto ancora da conquistare, nonostante gli sforzi compiuti per migliorare l’intero apparato istituzionale, politico, economico e sociale in vista di una possibile integrazione europea.
Non resta che congratularci di nuovo con Liridona per questo ottimo risultato e augurarle tanta fortuna per il futuro!
Abstract della tesi
A cura di Liridona Gimolli
Nell’ambito dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU il 5° Obiettivo è riservato al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e all’emancipazione di tutte le donne e le ragazze in ogni parte del mondo. Ciò in quanto la parità di genere viene considerata non solo un diritto fondamentale ma la condizione necessaria per un mondo maggiormente prospero, sostenibile e in pace. Pertanto, l’obiettivo della tesi, volto ad identificare Il ruolo che il Diritto del Lavoro svolge nella promozione del trattamento paritario tra uomini e donne in Kosovo, si allinea perfettamente alla mission perseguita dall’Agenda 2030 in tale ottica.
Al fine di raggiungere tale obiettivo è stata anzitutto necessario un inquadramento teorico e giuridico del fenomeno della parità di genere a livello internazionale, europeo ma soprattutto nazionale. Successivamente, per una identificazione effettiva e contestualizzata del fenomeno, si è ritenuto essenziale il confronto direttamente con i principali agenti istituzionali e non, impegnati nella promozione del suddetto fenomeno, nonché con una parte della componente femminile della popolazione. A tal proposito è stata effettuata un’analisi di ricerca sul territorio kosovaro per un periodo di tre mesi, resa possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione Trentino con i Balcani e alle Municipalità delle città di Peja, Prishtina, Podujeva e Prizren.
Dalle diverse analisi effettuate si è, innanzitutto, rilevato che il Kosovo è il terzo paese, dopo l’Ucraina e la Moldavia, più povero in Europa. A conferma della sua povertà risultano soprattutto i dati riguardo al mercato del lavoro: il tasso di occupazione nella popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è pari al 28,5%, di cui il 44,8% è rappresentato dagli uomini e solamente il 12,0% dalle donne. Il tasso di disoccupazione è pari al 29.4%, di cui il 29,1% è rappresentato dagli uomini e il 30,6% dalle donne. Nel caso dei giovani il tasso di disoccupazione raddoppia, pari al 55,0%, e nuovamente il valore è più elevato nel caso delle ragazze (63,2%) rispetto ai ragazzi (51,8%). Si tratta di dati allarmanti soprattutto vista la giovane età (l’età media è di 29 anni) e la composizione demografica (circa per il 50% è composta da uomini e per il 50% da donne) della popolazione.
La ricerca ha, inoltre, permesso di identificare i principali fattori responsabili del basso livello di coinvolgimento delle donne nell’economia del Paese. Essi risultano essere molteplici e interdipendenti. Si fa riferimento in particolare ai fattori legislativi, alle strategie di policy, alle strategie di intervento, ai fattori sociali e culturali, ai fattori discriminanti nel pre-accesso e nel mentre al contesto lavorativo, alla difficile conciliazione della vita personale con gli impegni lavorativi, nonché all’estensione notevole dell’economia informale, all’interno della quale si riscontra un’alta presenza di donne.