IL NOSTRO 2016: UNA QUESTIONE DI SVILUPPO SOSTENIBILE.
Viviamo un tempo faticoso e complesso, pieno di insidie, di spinte a un ritorno a un passato costruito su muri e pieno di paure.
Viviamo un tempo fatto di poca speranza, indebolita da derive demagogiche e da egoismi malcelati.
Esplosioni di emergenze sempre più violente e interconnesse nella genesi e negli eventi, che segnano e rischiano di trasformarsi in epocali allarmi e di dare un imprinting ben definito ai tempi che ci attendono.
Le nostre radici non riescono più a essere linfa vitale della casa comune, scarseggiano lungimiranza e autorevolezza e i fari dei padri fondatori sono sostituiti da sirene populiste. Sembra di viaggiare su un treno senza controllore in una “crisi multipla e difficile da controllare”.
Noi ci sentiamo coinvolti, noi siamo coinvolti. Siamo chiamati a metterci del nostro con “piccole” azioni concrete e ci sentiamo responsabili di questo mondo e vogliamo adoperarci, ma non da soli e non solo perché una lungimirante legge Provinciale ne indica i modi e le forme. Anche e soprattutto perché il Trentino e la gente trentina crede profondamente nella solidarietà e nella fattiva responsabilità condivisa per le sorti del nostro mondo.
Pensiamo che interventi come il nostro, sostenuti dalla PAT, possano diventare sempre più un mattone importante nel costituire quel ponte su questo fossato che sempre più apparentemente si allarga, per contrastare “l’inizio della fine”.
Abbiamo allora pensato un Programma 2016 basato su azioni concrete e mirate al fine di rendere più efficaci le risorse esistenti in molteplici ambiti, per saper (anche) fronteggiare – laddove emergono – questioni comuni: che siano lo sviluppo sociale, l’occupazione, la tutela e la promozione del patrimonio culturale, la salute, valorizzando l’ambiente e le risorse naturali. Azioni concrete pensate come strumenti volti a rafforzare tenacemente e pervicacemente alcuni valori, quei valori che rendono meno distanti le differenze attuali, quali la libertà, la democrazia, la tolleranza, la solidarietà, la partecipazione, il rispetto dei diritti umani.
L’Agenda per lo Sviluppo sostenibile 2030, che le Nazioni Unite hanno approvato lo scorso settembre, apre ad un “nuovo” scenario di convivenza “globale” e richiama a una profonda trasformazione delle attuali relazioni tra paesi e tra culture, partendo (proprio) dai “territori”, dalle donne e dagli uomini che li abitano. Invita a percorrere fattivamente e a passare da un sistema di “governance” che gestisce persone e risorse economiche e ambientali sulla base del loro valore in termini di mercato a un sistema di convivenza capace di dare risposte ai problemi complessi posti dall’attuale fase di globalizzazione.
Ed è su questo solco, incamminandoci e percorrendolo in ambedue i versanti, che noi vogliamo tracciare il nostro operare, base su cui si è costruito il Programma 2016. Un Noi collettivo, fatto di qui e lì, di una storia narrata da oltre 15 anni nella diverse terre “TrentinoBalcani”, insieme, con i territori, incontrando e animando importanti collettività locali di questi paesi, ancora con l’obiettivo di valorizzare le nostre risorse trentine, culturali e umane, impegnandoci affinché lo sviluppo sia (più)̀ equilibrato, giusto, inclusivo e sostenibile.
Siamo pronti a contribuire all’Agenda 2030 di sviluppo delle Nazioni Unite perché continuiamo a credere che la nostra Autonomia, che il sistema Trentino sia un valore, una responsabilità che possa realmente essere protagonista nella costruzione di un’Europa delle genti. Crediamo che il modello trentino possa essere ancora attore significativo nei Balcani, giocando in un ruolo di raccordo e di vicinanza non solo geografica.
Partecipiamo – e riteniamo fondamentale continuare a partecipare – alla costruzione di “politiche” che combattono la povertà, la disoccupazione, l’emarginazione, le tensioni sociali, la violenza, le ingiustizie e il degrado ambientale.
Alcune parole chiave abitano la nostra grammatica, ne sono elementi costitutivi: sviluppo sostenibile, salute, giovani, imprenditorialità, territori – per citarne solo alcune – e sono declinate in un’ottica di governance partecipata dei territori. Esprimono una profonda riflessione sulle politiche locali e globali a sostegno dello sviluppo dei territori dove il “qui e lì” diventano e trovano sintesi nel modo di concepire e di vivere la cultura della differenza, lo sviluppo, il territorio e i partenariati, valorizzando il know-how dei luoghi e la creazione di nuove imprese con forte carica d’innovazione.
Continuiamo con il Programma 2016 a sostenere l’idea dello sviluppo, non come processo verticale o di mera crescita economica, ma come processo di organizzazione della comunità per rispondere ai suoi bisogni relazionali, di habitat, di servizi, di lavoro e di cura, di mobilità, di preservazione dei luoghi pubblici e, in genere, di sicurezza e benessere. Il territorio quindi visto non solo come spazio a coordinate geografiche, ma come tessuto relazionale dove le persone vivono e lavorano e interagiscono con risorse naturali e produttive, organizzazioni e istituzioni.
Vogliamo continuare a sostenere e stabilire scambi orizzontali di ascolto e dialogo, di sviluppo a partire dalle conoscenze e nel rispetto dei contesti specifici insistendo su problemi di interesse comune, attivando risorse umane, relazioni, buone prassi, con vecchi e nuovi partners.
Siamo convinti che l’approccio territoriale allo sviluppo sia l’unico capace di riconoscere e valorizzare il ruolo strategico dei saperi e delle genti che lo abitano, nel rispetto dell’ambiente e con un senso sempre più profondo di responsabilità condivisa.
Il Direttivo di ATB Onlus